Direttore,
Questa mia per offrire consigli per salvare questo anno scolastico sia sotto l’aspetto didattico che nel rispetto della meritocrazia.
La maggior parte dei docenti, infatti, almeno delle superiori (aspetto che conosco) stanno utilizzando quanto meglio possibile le tecniche digitali per la comunicazione a distanza e anche gli studenti stanno imparando non solo gli argomenti trattati ma anche ad usare il computer e non solo per i giochi. Abbiamo bisogno di avere nuove leve anche preparate nel digitale.
Promuovere facilmente, anche per evitare ricorsi prevedibilissimi, significa annullare gli sforzi di studenti ed insegnanti profusi per tutto il periodo da marzo in avanti e ridurre le classi del triennio e la maturità dell’anno prossimo nuovamente ad una farsa immettendo sul mercato del lavoro, ancora più complesso dopo il virus, altri giovani con una preparazione del tutto inadeguata. Per non parlare della adesione alla nuova situazione culturale anche da parte della università.
L ‘ISTITUTO FREJUS con l’utilizzo di una piattaforma adeguata e collaudata da anni ed avvalendosi delle più avanzate tecnologie digitali sta ottenendo risultati del tutto soddisfacenti anche rispetto alla programmazione di inizio anno con soddisfazione di tutti gli insegnanti e degli allievi stessi.
I nostri insegnanti e la dirigenza hanno la possibilità di inserire nella piattaforma, ripartita in settori, uno per ogni insegnante, l’ intera lezione audio video (che può essere rivista a volontà dallo studente) e di svolgere una lezione in compresenza con uno o più insegnanti per renderla più partecipata e vivace. Con questi interventi e con la nostra avanzata tecnologia si può comprendere il perché della totale presenza degli studenti alle lezioni e dei risultati scolastici che sono molto positivi. Per cui affermare che, se non si può fare diversamente, tutti gli studenti della maturità saranno ammessi e quelli delle classi intermedie passeranno all’anno successivo al massimo con debiti da recuperare a settembre è proprio ammettere che non si è creduto nella preparazione a distanza.
Amara verità, peraltro, per tante, troppe scuole in una nazione che ha sempre disdegnato l’usa delle moderne tecnologie.
Il Preside Giovanni Valentini
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