In un periodo in cui il tema della legalità assume davvero un valore quotidiano, ecco le riflessioni che arrivano dalla quinta su questo argomento.
La legalità è un’esigenza fondamentale della vita sociale per promuovere il pieno sviluppo della persona umana e la costruzione del bene comune.
Il principio della legalità è di massima importanza ed è citato anche nella nostra Costituzione; rappresenta una conquista sociale, regolando i rapporti tra le persone. I principi della legalità si apprendono dalla nascita, prima all’interno della famiglia, poi nella scuola e nella società.
Legalità in fondo per molti vuol dire non sporcare il banco, non imbrattare i muri, ma è anche avere rispetto per tutto ciò che ci circonda, per quelle cose che per noi hanno un’utilità e che sono a nostra disposizione: nostre o di terze persone.
Legalità è rispettare le leggi e il prossimo senza pretendere nulla in cambio. Se la legalità non ci fosse, la gente vivrebbe allo stato brado, dove chi è più forte regna e chi è più debole soccombe. Per questo motivo non dovremmo lamentarci delle leggi. Queste non
devono essere vissute come una limitazione, ma come le garanti di una pacifica convivenza; per questo vanno rispettate perché danno origine alla società.
Per promuovere una cultura della legalità gli organismi sociali, in particolare le scuole, dovrebbero trasmettere l’ideale di legalità come qualcosa di conveniente per l’individuo, non come una privazione, ma come ciò che permette di vivere liberi senza calpestare i diritti delle altre persone.
Ritengo però che per quanto l’educazione possa sensibilizzare una persona, molto dipenda dalla morale personale e dalla coscienza, che possono portare un giovane a seguire un percorso di vita ispirato ai valori di solidarietà e giustizia.
“Solo una partecipazione attiva alla vita politica può cambiare il Paese e restituire un futuro alle nuove generazioni”, come ha detto l’ex presidente della repubblica Giorgio Napolitano, “l’Italia ve ne sarà grata”.
Lorenzo Pomponi.
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