Cosa succederebbe se entrassi in uno dei miei videogiochi?

Istituto Frejus

21 Marzo 2020

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Cosa succederebbe se entrassi in uno dei miei videogiochi?

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In questi giorni chiusi in casa abbiamo tempo per fare diverse cose, e sicuramente i videogiochi ci aiutano a passare il tempo. Ma quello che abbiamo provato a immaginare è: cosa succederebbe se entrassimo davvero in uno dei nostri giochi e lo vivessimo in prima persona? Ecco il racconto di Nicolò Nosenzo, di seconda.

Era una normale giornata come tutte le altre e stavo tornando da scuola dopo una stancante giornata trascorsa tra verifiche ed interrogazioni. Non vedevo l’ora di arrivare a casa e di svagarmi un po ’giocando a Fortnite sulla PlayStation. Così, appena arrivato a casa, mi misi in pigiama, andai in salotto sul divano e accesi la console. Iniziai a giocare: pian piano mi immedesimavo sempre di più e tutto ciò iniziò a sembrarmi reale, da un momento all’altro ero appena entrato nel mio gioco preferito.

Fortnite è un gioco sviluppato da Epic Games e People Can Fly. Il gioco è ambientato in un isola in cui cento giocatori lottano per la sopravvivenza. Io ero uno di quei cento e dovevo sopravvivere ed eliminare tutti gli altri. Quando inizia la partita tutti i giocatori partono senza equipaggiamento ed è loro premura cercare le migliori armi in giro per l’isola per tentare di prevalere su gli altri giocatori.

Io subito dovetti sbrigarmi per cercare il miglior equipaggiamento possibile perché ormai non si potevano fare errori; ero rimasto intrappolato nel gioco e ne dovevo uscire vincitore …si trattava di vita o di morte. Atterrato sull’isola mi diressi immediatamente verso una casa, all’interno trovai una pistola ed un fucile d’assalto. Subito dopo era fondamentale adottare una tattica, così decisi di trovare un punto strategico e di nascondermi ed aspettare che i giocatori in partita diminuissero per rischiare il meno possibile. Così mi nascosi in un bosco. Il tempo passava, il cuore batteva sempre più forte e la paura aumentava sempre di più; prima o poi mi sarei trovato faccia a faccia con un avversario ed avrei dovuto eliminarlo a sangue freddo con le armi che ero riuscito a procurarmi.

I momenti peggiori erano quando dal mio nascondiglio sentivo gli spari dei fucili degli altri giocatori che cercavano di eliminare gli avversari. Peccato che loro erano sereni probabilmente seduti sul divano a sorseggiare una tazza di tè mentre io stavo vivendo in prima persona la guerra. Eravamo rimasti in quattro in partita gli altri novantasei erano stati eliminati, così mi feci forza ed uscii dal mio nascondiglio per andare ad uccidere gli altri giocatori . Stavo camminando quando per terra trovai un fucile da cecchino: era proprio quello che ci voleva, potevo vincere senza essere a stretto contatto con gli avversari. Così decisi di salire su un albero per riuscire a vedere il più lontano possibile. Ad un certo punto in lontananza vidi un nemico scoperto, imbracciai il fucile, misi il colpo in canna, presi la mira e sparai. Per fortuna feci centro e così eravamo rimasti solo più in tre .

Sempre dal mio albero vidi che gli altri due giocatori si stavano affrontando in uno scontro, tuttavia uno dei due aveva avuto la meglio.

Era il momento giusto: dovevo cercare di fare un colpo da maestro come il precedente, l’avversario era a più o meno duecento metri di distanza, ero avvantaggiato perché lui non era equipaggiato con un fucile da cecchino come me e soprattutto lui non mi aveva visto. Così non ci pensai due volte presi la mira e…bamm. Un altro colpo da maestro, avevo vinto!

Tutto d’un tratto mi sentii una sensazione strana, aprii gli occhi e finalmente mi ritrovai sul divano di casa mia esattamente dove era iniziata tutta questa storia; così mi alzai andai a spegnere la console e mi promisi che non l’avrei più accesa per non rischiare più una brutta esperienza del genere.

Nosenzo Nicolò

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